E’ una storia che merita di essere raccontata quella di “Filo d’oro” perché racconta di un gruppo di imprese nel settore della seta che hanno avuto la capacità e la volontà di fare rete e innovazione fino a creare una vera e propria realtà di business e creatività.
L’idea di creare una filiera nasce dalla “voglia di fare sistema, passione per il proprio lavoro, creatività e stile” da parte di cinque imprenditori di distretti tessili diversi – i comaschi Graziano Brenna, Ambrogio Taborelli e Sandro Tessuto, il pratese Andrea Belli e il trevigiano Andrea Ongetta.
Il nome si ispira ai bozzoli della seta che, se illuminati dalla luce del sole, prendono il colore e la lucentezza propria dell’oro.
Graziano Brenna, Vice Presidente di Unindustria Como e titolare o socio di alcune delle aziende, racconta:
“Il Filo d’oro è un vero e proprio distretto: non manca alcun anello della filiera tessile. Possiamo partire dal bozzolo ed arrivare al tessuto senza bisogno di interventi dall’esterno. In questo modo non solo abbiamo potuto allargare il business delle singole imprese che fanno parte della rete, ma sono state messe in comune le specificità di ognuna in modo da elevare il livello di tutte”.
La rete di imprese di “Filo d’oro” non si è limitata a questo: ha fatto un passo in più considerando la sostenibilità quale concetto chiave per lo sviluppo delle aziende della filiera. Grazie alla capacità di fare network le imprese hanno potuto beneficiare di ricerca, innovazione, studi di fattibilità green, già portati avanti in alcune di esse, permettendo così a tutto il distretto di raggiungere obiettivi importanti nel rispetto dell’ambiente.
Giorgio Brenna spiega che l’attenzione all’ambiente riguarda tutto il processo produttivo “a partire dall’ambiente di lavoro- per esempio il fattore acustico e l’utilizzo di materie coloranti ed ausiliari chimici a basso impatto ambientale- fino ad arrivare alla fase finale di depurazione realizzata in impianti consortili, con emissioni in atmosfera totalmente prive di agenti inquinanti”.
Anche l’aspetto energetico viene considerato importante: “Una parte non trascurabile dei fabbisogni di energia elettrica viene prodotta da impianti fotovoltaici – sottolinea Brenna – mentre per quanto riguarda la parte termica abbiamo investito in generatori di vapore ad elevato rendimento di ultima generazione che, grazie a scambiatori di calore estremamente efficienti, permettono una considerevole riduzione dei consumi di gas metano”.
Tra i progetti del distretto ce ne è uno in particolare che ha appassionato noi di G2.0 , ma ve lo vogliamo raccontare la prossima settimana. Stay tuned!
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