Dal 20 al 22 aprile scorso a Firenze, nella grande struttura della Manifattura Tabacchi, si è svolto IT 4 Fashion , la tre giorni dedicata alla tecnologia nel settore della moda.
Spesso quando si parla di fashion si tende a focalizzarci sulla parte creativa, tralasciando tutto quello che invece esiste nel processo di sviluppo e vendita del prodotto, soprattutto quando si parla di grandi brands.
IT4Fashion è un appuntamento ormai fisso che coinvolge la realtà della ricerca accademico-scientifica, e infatti uno degli organizzatori è l’Università di Firenze, e quella del mondo industriale e imprenditoriale. Tutti i momenti del processo di costruzione di un prodotto di brand è praticamente gestito da avanzatissimi sistemi gestionali e tecnici di ultima generazione: dai processi di supply chain a quelli di product authentication.
Moltissime le aziende coinvolte, brand come Stone Island, Trussardi , Elisabetta Franchi e molti altri hanno presentato a una platea vasta i loro case studies che vedono coinvolte aziende di IT, nella maggior parte italiane.
Con Luca Tonello di Dedagroup ho potuto scambiare due chiacchiere. I processi di sviluppo di un prodotto ormai non possono più prescindere dall’utilizzo di sofisticati software gestionali e sistemi di consulenza IT.
“Dedagroup è una società in continua crescita che sviluppa percorsi di innovazione per e con i nostri clienti, perché possano rimanere innovativi nel tempo cogliendo le straordinarie opportunità di crescita e di sviluppo che il digitale offre” ci spiega.
“Dietro alla nostra ricerca c’è personale con qualifiche professionali altissime, per la maggior parte italiani.”
E in effetti l’impressione che si ha all’IT4Fashion è di trovarsi in un ambiente più scientifico che fashion.
“E’ impossibile ormai separare i due comparti” mi dice un software engineer sorridendo “ Ma non si pensi che la creatività sia in qualche modo minacciata dalla tecnologia”.
Come dargli torto, vedendo le stupefacenti creazioni che si possono fare con una semplice (più o meno) stampante 3D.
Insomma il futuro è già qui e termini come virtuality fashion, data hubs e lean design process a breve diventeranno familiari anche alle fashion addicted più allergiche alla tecnologia!
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