“TRA ARTE E MODA” è la Mostra allestita nel bellissimo ‘Museo di Ferragamo’ a Firenze, inaugurata lo scorso 18 maggio, curata dalla direttrice del Museo Stefania Ricci, da Maria Luisa Frisa, Enrica Morini e da Alberto Salvadori.
L’immagine della mostra è un omaggio allo stilista: da un lato, un modello di Salvatore Ferragamo del 1958, la décolleté ‘Tirassegno’, e dall’altro un’opera di uno dei più grandi artisti americani della seconda metà del Novecento, Kenneth Noland, che ne è stata fonte d’ispirazione.
L’arte è moda? Chi meglio di Salvatore Ferragamo costituisce un esempio di collaborazione tra questi due mondi, con una storia del marchio che va oltre il concetto tradizionale della moda, fin da quando, a partire dal 1996, la Maison sostiene la prima Biennale di Firenze “Il Tempo e la Moda” e quando nel Museo Salvatore Ferragamo, da poco inaugurato, ospita la mostra retrospettiva su Bruce Weber.
“TRA ARTE E MODA” riesce bene a mettere in risalto le contaminazioni, sovrapposizioni e le collaborazioni tra arte e moda: “dalle esperienze dei Preraffaelliti a quelle del Futurismo, dal Surrealismo al Radical Fashion. La Mostra focalizza l’attenzione sul lavoro di Salvatore Ferragamo, affascinato e ispirato dalle avanguardie artistiche del Novecento”.
È ancora possibile parlare di dicotomia tra arte e moda? Il progetto invita a riflettere … e Glamour 2.0, attento e interessato al connubio tra questi due mondi, non poteva farsi scappare quest’occasione!
“Ferragamo rappresenta la bottega dell’artista- artigiano del Rinascimento, dove fondamentale è la maestria tecnica che andava di pari passo alla creatività”. Ci piace anche la particolarità di questa Mostra perché è un percorso espositivo itinerante che per la prima volta ‘mette in rete’ la Biblioteca Nazionale Centrale, le Gallerie degli Uffizi (Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti), il Museo Marino Marini e, a Prato, il Museo del Tessuto.
La Mostra al Museo Ferragamo si apre con un’esposizione di alcune delle preziose calzature Ferragamo, “giudicate già negli anni trenta manufatti di valore artistico”, mettendo in evidenza la loro fonte d’ispirazione: dal mondo classico, all’oriente, alle avanguardie artistiche del Novecento, al Surrealismo senza dimenticare la cultura artigiana della città di Firenze. “Nella sala sono esposti anche i bozzetti pubblicitari originali, creati dal pittore futurista Lucio Venna negli anni Trenta per promuovere le calzature Ferragamo, i modelli realizzati per intellettuali e artisti e il dipinto di Kenneth Noland della fine degli anni Cinquanta, che ha suggerito a Ferragamo un elemento decorativo di un modello e il suo nome”.
Le altre Sale del Museo sono divise in ‘sezioni’ dove possiamo ammirare come gli artisti hanno collaborato nella moda femminile. “Nel corso dell’Ottocento, la moda cominciò a dilagare nelle città con il contributo dell’industria tessile e di nuove forme di distribuzione commerciale, in cui si diede inizio a forme originali di dialogo fra arte e moda”.
Nella Sezione 2 incontriamo artisti “Preraffaelliti inglesi, la Secessione viennese di Gustav Klimt e della Wiener Werkstätte proseguendo con Mariano Fortuny, fino alle sperimentazioni futuriste. Si passa poi alle esperienze degli artisti che hanno fatto moda come Sonia Delaunay e alle collaborazioni dirette tra artisti e creatori di moda, come Thayaht con Vionnet oppure Dalí e Cocteau con Schiaparelli, fino ad arrivare alle cooperazioni più recenti. Un’attenzione particolare è dedicata ai designer che ispirandosi all’arte hanno profondamente innovato la moda, come nel caso di Yves Saint Laurent con Mondrian”. I designer di moda ricercavano l’influenza artistica per proposte più originali, all’avanguardia, ispirandosi nelle forme e nelle opere d’arte.
La Sezione 3 è dedicata ad uno degli artisti che rappresenta l’esempio di questa simbiosi tra arte e moda: Andy Warhol. Sin dai primi anni ’50 Warhol era stato disegnatore e pubblicitario di “Glamour”, “Vogue” e “Harper’s Bazaar”, ideando scarpe dalla linea sottile ed elegante. In questa sezione sono esposte alcune pagine pubblicate nelle riviste di moda di quegli anni che mostrano le sue prime prove come illustratore di moda.
La Sezione 4 riproduce l’Atelier-salon di Germana Marucelli ospitando le opere d’arte originali di Pietro Zuffi, Getulio Alviani, Paolo Scheggi a cui gli abiti si sono ispirati. L’atelier degli anni sessanta della sarta Marucelli era il luogo di incontro tra esponenti della moda, dell’arte e intellettuali.
Grazie alla collaborazione con la rivista “A MAGAZINE CURATED BY”, la sezione 5 mostra come “l’immaginario dei fashion designer sia sempre più uno storytelling per immagini che emerge dal flusso di informazioni, cercando di stimolare nel pubblico due qualità come l’attenzione e la memoria”: Haider Ackermann, Martin Margiela, Yohji Yamamoto, Iris van Herpen, Dries van Noten, Giambattista Valli, Stephen Jones, Rodarte, Jun Takahashi, Kris van Assche, Martine Sitbon, Proenza Schouler, Riccardo Tisci.
La sezione 6 è dedicata all’artista britannico di origine nigeriana, Yinka Shonibare che con le sue creazioni richiamano alla multiculturalità, con particolare riferimento alla questione coloniale. “Le figure che animano le sue opere sono costituite da manichini in pose teatrali e drammatiche, abbigliati secondo le fogge tratte dai dipinti del XVIII e XIX secolo, ma realizzate con stoffe batik, di chiara discendenza africana”.
L’ultima sezione, attraverso il lavoro di una serie di autori come Hussein Chalayan, Martin Margiela, Viktor & Rolf, Helmut Lang, Nick Cave, racconta come oggi sia sempre più difficile definire questi due mondi e i loro confini, invitando a superare questo dualismo, come ci dimostra la storia della moda.
La Mostra sarà aperta fino al 7 aprile 2017. Se siete a Firenze, Glamour 2.0 vi consiglia caldamente di andare al Museo Ferragamo e di cogliere quest’occasione per visitare tutto il percorso espositivo itinerante.
NO COMMENTS