MFW: Binf Fashion show e Glamour 2.0 insieme per la moda sostenibile

Un anno fa trovo un messaggio privato sulla pagina facebook del mio blog da Davide Gambarotto, fondatore di BINF Business in Fashion di Milano. “Which beautiful surprise!” mi sono detta. Ci siamo sentiti per telefono e poi incontrati a Milano nella bellissima sede di BINF dove è subito scattata la voglia di collaborare ad un progetto che Davide Gambarotto mi aveva proposto al telefono: ovvero, portare la moda sostenibile nella sua sfilata in occasione della MFW, giunta alla XIV edizione.

Una grande opportunità che non potevo farmi sfuggire per due motivi: primo, perché è la prima volta che una nota agenzia milanese vuole costruire un progetto sulla sostenibilità che non si esaurisce solo nella sfilata; inoltre il blog Glamour 2.0 è nato 3 anni fa proprio con l’intento di scoprire e raccontare brand attenti all’ambiente e al processo di produzione. Davide è considerato un ‘talent scout’ di successo, una passione che porta avanti da più di dieci anni, e la sfilata che organizza durante la MFW è l’occasione per presentare e lanciare volti nuovi e la loro creatività.

Attraverso questa intervista a Davide Gambarotto vi raccontiamo le novità della sua sfilata che si terrà domenica 22 settembre nel cuore di Milano:

Davide, quali sono le principali novità di questa sfilata? “A proposito di moda sostenibile, una delle novità principali è la scelta di inserire sia un brand che usa lana di Alpaca della Bolivia, capace di coniugare la maestria artigianale boliviana con il gusto e la ricercatezza italiana, sia un brand che produce borse di legno. Anche la location è una delle novità …saremo nel cuore di Milano, nella rinomata Piero della Francesca, al 55 Milano. Mentre la passione mia e del mio team nell’organizzazione di questo evento sono una costante che accomuna tutte le quattordici edizioni dell’evento BINF Fashion in Show”.

Cos’è per te la sostenibilità? “Già 5 anni fa ho iniziato ad interessarmi di moda etica, eco-friendly e di sostenibilità. Ho cercato di inserire anche nelle precedenti edizioni brand che strizzano l’occhio a questa problematica. Siamo sempre più sommersi da informazioni a riguardo, ogni giorno sentiamo di problemi climatici, di catastrofi naturali, di cambiamenti, per me bisogna partire dal quotidianoLa moda, seguita da tutti, deve iniziare a sposare la causa e l’innovazione e la tecnologia possono aiutare a far consumare meno per la produzione ed a riciclare. I consumi devono essere sostenibili, ora non possiamo più far finta di nulla ma attivarci subito!”

Cosa ti aspetti da questa sfilata? “Semplicemente ci aspettiamo che il nostro lavoro venga ripagato con l’affetto e la soddisfazione del pubblico e dei brand. L’impegno è tanto, la selezione è stata molto attenta e può soddisfare un pubblico vasto. I brand che presentiamo alla BINF Fashion Show saranno innovativi ed i capi si faranno ricordare”.

Cosa ti piace del tuo lavoro? “Amo il mio lavoro, ho dedicato la vita ai miei progetti. Adoro la ricerca, l’innovazione e la parte artistica che solo la moda può racchiudere in se. Amo il contatto con i giovani stilisti ed accompagnarli a realizzare i propri sogni”.

E’ stato un piacere intervistarti e collaborare con te, Davide … e visto che ho avuto l’occasione di conoscerti di persona confermo che sei una persona che crede in quello che fai e riesce davvero a coinvolgere chi ti ruota attorno!

In attesa di scoprire domenica 22 tutti gli stilisti che presenteranno le proprie creazioni alla BINF Fashion Show vi mostriamo alcuni scatti dell’edizione precedente, tanto per darvi un’idea dell’importanza di questo evento.

 

Una camicia bianca per Balossa: il must have per la prossima estate 2020

… e siccome Glamour 2.0 pensa già alla prossima stagione SS2020, oggi cara lettrice ti parliamo della camicia da uomo proposta dal brand Balossa, fondato da Indra Kaffemanaite, nata e cresciuta in Lituania negli anni dell’Unione Sovietica. Quando Indra si trasferisce in Italia, frequenta uno dei più noti istituti per modellisti: quello di Carlo Secoli a Milano. Poi un anno di Fashion Service, sviluppando campionari per i grandi nomi della moda, come Iceberg, Maurizio Pecoraro, Giambattista Valli e molti altri. Tante esperienze quindi che l’hanno portata a diventare una designer professionale.

Balossa www.balossashirt.com inizia con una sfilata a Lugano il 16 agosto 2014 per poi debuttare nella Fashion Trade Show White di Milano il febbraio del 2015, in occasione della quale è stato consegnato a Indra Kaffemanaite il prestigioso premio Inside White Award come ‘miglior brand emergente’. Dopo soli tre anni l’Azienda conta circa duecento rivenditori di alto livello in tutto il mondo.

Per la stagione SS2020 Indra Kaffemanite reinterpreta la camicia da uomo e la propone in versione sexy, esprimendo per chi la indossa un mix di sensualità e di ironia. Detta le regole anche su come indossarla: fuori dai pantaloni, rimborsandola davanti, con frasi d’amore sulle maniche delle camicie.

Quella di Balossa è una linea che indica purezza, femminilità a 360°, mostrata senza pudore, per una nuova donna, moderna, contemporanea, esaltante.

“I miei capi sono diventati iconici, basilari, unici, le mia donna ideale ha imparato, non solo a vestirsi, ma ad interpretare la moda, servirsi della moda, usare la moda per conquistare maggiore attenzione e diventare protagonista. Ma il mio è un progetto sociale, infatti porto avanti nella produzione, da tempo, una grande attenzione al tessuto, particolarmente al cotone, fibra che si trova dovunque, dalla biancheria di casa ai tessuti per l’abbigliamento, io uso rigorosamente cotone organico, selezionato per processi attenti all’ambiente, secondo i principi Detox di Greenpeace, i tessuti non vengono trattati chimicamente nel processo di fabbricazione, e rappresentano un segno consapevole e responsabile di solidarietà per il mondo che ci circonda!” (Indra Kaffemanaite)

Per te, un assaggio di quello che sarà il must have della prossima stagione!

Crediti PH: Ivailo Stanev – Alvarez, vincitore del Premio fotografico Black and White 2018 a Praga

La rivoluzione tessile di Rifò Lab nel distretto pratese.

Oggi vi presentiamo Rifò Lab, brand emergente del distretto pratese, in un’area in cui da qualche tempo si sta investendo sempre più nella ‘sostenibilità’.

Rifò Lab nasce per creare “sinergia fra tecnologia, impegno sociale e rispetto per l’ambiente ponendo l’attenzione su un design elegante e classico, qualità e cura per i dettagli” (www.rifo-lab.com).

La sua mission è molto attuale perché si sposa con il movimento globale sul clima. Infatti il brand si caratterizza da sempre per:

la sua maglia rigenerata 97% cashmere e 3% lana che viene ‘calata’ “per intero e cucita senza alcun genere di taglio”, mantenendo le caratteristiche della lavorazione artigianale per garantire capi di pregio, con uno scarto davvero minimo;

le sue t-shirt prodotte con un 1kg di scarti di cotone e 4-5 bottigliette di plastica, con soli 30 litri d’acqua contro i 2700 litri e i tantissimi pesticidi del cotone vergine utilizzato dalle industrie tessili.

Tutto il processo di riciclo è cerficato GRS (Global Recycling Standard), promosso da textile exchange, e i prodotti utilizzati sono del distretto tessile di Prato, nel raggio di 30km.

Glamour 2.0 ha incontrato Niccolò Cipriani, fondatore del brand insieme a Clarissa Checchi.

Niccolò, può raccontarci come nasce il brand? “Il brand nasce dalla mia recente esperienza di lavoro in Vietnam dove ho potuto constatare con i miei occhi il problema della sovrapproduzione che grava sul settore dell’abbigliamento. Le strade di Hanoi sono piene di negozi dal nome “Made in Vietnam” che vendono tutti capi di abbigliamento prodotti in Vietnam, esportati in Occidente, non venduti in Europa e rispediti in Vietnam per non abbassare i prezzi del mercato occidentale. Una volta non venduti, questi indumenti vengono direttamente gettati in discarica o in un inceneritore. Nell’industria tessile si produce molto di più di quanto venga consumato. Così ho pensato di riprendere la tradizione pratese del rigenerare tessuti, riciclare i vestiti che vengono scartati, per rifarci un nuovo filato”.

A chi si rivolge il brand? “Si rivolge a tutti coloro che cercano un’alternativa alle tradizionali catene di abbigliamento… che cercano un prodotto sostenibile a un prezzo accessibile, per tutti. Sono capi senza tempo, che tutti possono indossare, in qualsiasi stagione e momento”.

Cosa significa ‘moda sostenibile’ per Rifò Lab? “Per noi moda sostenibile significa utilizzare materiali riciclati e riciclabili, realizzare prodotti nel nostro territorio, a Prato, e incentivare un consumo razionale volto a coprire effettive necessità”.

Cosa significa ‘essere glamour’? “I nostri capi sono di qualità, sostenibili, responsabili. Per noi essere glamour significa quindi essere alla moda, sempre, ogni stagione, ogni periodo, ogni momento”.

Ci puoi anticipare quali sono i vostri progetti futuri? “Ci piacerebbe presto allargare la nostra raccolta di capi usati anche ai jeans e al cotone. Ci stiamo lavorando e speriamo presto di essere pronti a lanciarla”.

Grazie a Niccolò Cipriani per averci dedicato del tempo … noi, incrociamo le dita per voi!

E se volte conoscere più da vicino questo brand vi consigliamo di visitare il loro stand alla Mostra dell’Artigianato a Firenze dal 25 aprile al 1 maggio.

 

 

Attenta, particolare, pulita nelle linee: l’ultima collezione Marisé Perusia

Parigi e Londra puntano ormai alla moda sostenibile spingendo i brand ad essere più attenti all’impatto ambientale. E in Italia? Anche nel nostro Paese si comincia a percepire la moda sostenibile non più ‘di nicchia’ e Glamour 2.0 è nato con l’intento di raccontare la storia di questi brand che, senza rinunciare alla femminilità, realizzano capi che non passano mai di moda.

Oggi conosciamo Marisé Perusia, giovane brand, fondato nel 2016 da Roberto e Marisa, dopo anni di esperienza nel mondo della moda. Glamour 2.0 li ha intervistati, scoprendo una realtà molto interessante, localizzata in un posto naturalistico bellissimo. Marisé Perusia incorpora il concetto di moda sostenibile utilizzando fibre naturali, come bambù, cotone biologico, canapa, seta ahimsa e lenpur, che rispettano non solo l’ambiente ma anche il nostro corpo.

Roberto e Marisa, potete raccontarci come nasce il brand e a cosa si ispira per le creazioni? “Quest’avventura è iniziata trent’anni fa come fashionisti per importanti brand italiani, ma il nostro desiderio più grande era quello di creare un qualcosa di nostro, un marchio che potesse essere riconoscibile. Abitando in prossimità del Parco Nazionale del Trasimeno ci è venuto naturale l’aver pensato a un brand che rispettasse la natura utilizzando tessuti e materiali ecosostenibili”.

Quali sono i vostri valori? “La nostra mission è contribuire, se pur nel nostro piccolo, a diffondere il concetto di moda sostenibile per uscire dalla logica dell’ ‘essere di nicchia’ e far acquisire una consapevolezza e responsabilità collettiva. Qualche passo in avanti in Italia si sta facendo: infatti notiamo con piacere una maggiore sensibilità al tema della sostenibilità nel campo della moda e non solo, e ciò grazie al ruolo e all’attenzione che stanno ponendo i media su questo tema”.

Sapreste descrivermi con tre aggettivi l’ultima collezione firmata Marisé Perusia? “Attenta, particolare, pulita. Pur conservando in parte quelle linee che ci hanno sempre identificato, l’ultima collezione si distingue dalle precedenti per forma e colore: abbiamo ad esempio ridotto le linee asimmetriche, che in questa collezione sono meno abbondanti”.

Come interpretate il concetto di ‘glamour’? “Per Marisé Perusia ‘essere glamour’ non significa tanto seguire le ultime tendenze di moda, quanto avere una propria filosofia e un proprio stile di vita che ci rendono unici”.

Marisé Perusia si rivolge a “donne dinamiche, decise ma al contempo eleganti e casual” … è per tutte noi che ci vogliamo bene, che vogliamo bene al nostro corpo, indossando capi ipoallergenici senza trascurare la nostra femminilità.

Nella nostra photogallery alcune delle creazioni dell’ultima collezione, ma ti invitiamo a visitare il sito www.mariseperusia.it dove potrai scoprirai il mondo Marisé Perusia!

Emilio Cavallini e Opus Ballet Dance School per presentare la collezione SS19

Emilio Cavallini, simbolo di “creatività e tecnologia per uno stile inconfondibile”, rigorosamente Made in Italy, riesce a stupirci ogni stagione!

A conferma della capacità di questo brand a unire arte e moda, per la prossima, e ormai imminente, primavera estate Emilio Cavallini collabora con Opus Ballet Dance School di Firenze per presentare la sua nuova collezione che offre come sempre una ricca gamma di calze, collant, leggings, gambaletti, calzini ed abbigliamento seamless.

“Obiettivo di Emilio Cavallini è quello di fare del collant non più un semplice indumento di biancheria intima, ma un accessorio che accompagna e rende unico il più semplice degli abiti” … e devo dire che ci riesce bene!!!

http://www.emiliocavallini.com sul sito del brand scoprirai tutti i dettagli, nel nostro blog puoi già dare un’occhiata alla collezione SS19

 

 

 

 

Flavia Amato ci racconta la sua linea all green firmata Malìa Lab

Malìa Lab è “un nuovo modo di vivere e pensare la moda” orientata al ‘biologico’, al ‘naturale’, con ‘manifattura artigianale’. Malìa è una giovane startup innovativa che si sta affermando nel Made in Italy.

Glamour2.0 ha avuto il piacere di intervistare Flavia Amato, l’ideatrice del brand nonché stilista e modellista, per conoscere meglio chi è, i suoi progetti, e altre curiosità!  

Flavia, puoi raccontarci come nasce il brand? “Tutto ha avuto inizio nelle Marche, dove ho frequentato il corso promosso da ISTAO (Istituto Adriano Olivetti), finalizzato allo sviluppo di startup innovative. Ritornata in Calabria, la mia terra, ho sviluppato il progetto che ho maturato durante questo corso, inaugurando nel maggio del 2016 il mio atelier di moda biologica, Malìa. Finalmente il mio sogno realizzato! E’ stato un traguardo non facile da raggiungere. La creazione di una linea all green è frutto dell’incrocio tra due mie grandi passioni: la ‘moda’ e la ‘cura del corpo’. La passione per la moda è genetica e fa parte di me: sono cresciuta guardando mia mamma e mia nonna cucire e con i racconti dello zio che era rinomato sarto, emigrato con successo nel Canada per le sue qualità. L’altra passione è per i cosmetici naturali, che in età adolescenziale era più una necessità per evitare sgradite reazioni a eccipienti sintetici dei prodotti commerciali. Una necessità che mi ha portato a studiare e applicarmi nell’arte, quella che in gergo comune si chiama “spignatto”, ossia nella produzione artigianale di cosmetici con ricette studiate per evitare additivi chimici ed eccipienti artificiali ma derivati dalla natura. I miei studi e il know how acquisito mi hanno sempre portato a considerare il Made in Italy come il nostro ‘cavallo di battaglia’, ma quando poi ho iniziato lavori di stage in rinomate aziende del settore abbigliamento mi sono trovata di fronte a una realtà dove la ‘qualità’ e la ‘cura per il processo produttivo’ erano valori spesso sottovalutati. Ed è così che ho iniziato a pensare che potevo contribuire a diffondere un concetto di moda più genuina, sana, più attenta a ciò che si realizza e a come lo si realizza. Un nuovo modo di vedere la moda’ secondo la logica ‘comprare meno, ma bene!’ E quindi un guardaroba che si contraddistingua nei dettagli, nei tessuti, nel processo rispettoso per l’ambiente e per l proprio corpo”.

Quando Flavia mi dici “curare il proprio corpo” cosa intendi esattamente? “Spesso si tende a trascurare o per lo meno si dedica meno attenzione alla cura della pelle: tenere a contatto la superficie cutanea a materiali trattati con elementi chimici irritanti è potenzialmente dannoso. I tessuti biologici certificati garantiscono una qualità dei filati migliore perché controllata e la produzione è realizzata senza impiegare additivi e sostanze pericolose per il benessere del nostro corpo”.

Quali sono per te gli elementi che caratterizzano una linea ‘all green’? Attenzione per l’ambiente e per il corpo, recupero dell’artigianalità e di tessuti secondo la tradizione ma innovandoli. Devo ammettere che l’idea di creare capi con tessuti biologici non è originale in sé, in quanto già da anni, diverse imprese hanno iniziato un percorso simile. Tuttavia, l’idea di coniugare uno stile ricercato, mai banale, più glamour, è un’idea innovativa, soprattutto se pensato per la quotidianità”.

A cosa ti ispiri quando crei? “A me stessa! Quando disegno una collezione sono sempre elettrizzata. E’ un vortice di emozioni, voglia, desiderio, ansia, meraviglia, sogno, speranza, che si alternano durante la fase di progettazione. La prima fonte di ispirazione quindi sono le linee che si creano nella mia immaginazione, capi che vorrei indossare o che mi piacerebbe creare per me. A volte vedo i campioni dei tessuti biologici e mi viene in mente cosa indosserei con quella nuance partecipando ad una festa, a un aperitivo o a una cena. La campionatura del tessuto ha sicuramente un ruolo importante, se non fondamentale, nella scelta del design. Toccando e saggiando le qualità del filato, la malleabilità, il grado di tensione, riesco ad immaginare quale forma e su quali linee principali possano svilupparsi i capi che andrò a realizzare e con quel particolare tipo di fibra. E come in tutte le espressioni artistiche, anche nella moda è fondamentale uno studio storico alla base, che ti permette di recuperare linee passate, rinnovandole, per essere di tendenza e al passo coi tempi”.

C’è un periodo della moda che più ti piace? “Le mie ispirazioni di stile sono da sempre legate agli anni sessanta e settanta. È una moda garbata, estremamente elegante, una moda che mi rispecchia e che amo rivisitare con i miei capi. Il bon ton, la sensualità femminile, di una donna che ama vestirsi bene, essere elegante e raffinata. Sono comunque sempre aperta a fare nuove esperienze che mi consentono di completare e arricchire il mio bagaglio conoscitivo. La produzione di un capo è un processo molto intimo, a volte dura per giorni, e non si interrompe finché non arrivo materialmente all’esecuzione e alla confezione del prototipo”.

Sei giovane, così come è giovane il tuo brand: quali sono i tuoi progetti futuri? “I miei progetti sono ambiziosi e dai traguardi non facili da raggiungere, ma d’altronde nella vita niente è facile! Sono ottimista di natura e fermamente convinta che se desideri qualcosa e se ti applichi, alla fine sarai ripagato. Io sono fiduciosa che la sostenibilità, anche nel mondo della moda, da scelta radical chic diventerà un ‘modello’ da seguire. Il primo obiettivo che mi pongo è quindi diffondere il marchio Malìa affinché diventi un brand di riferimento nella moda biologica. Nel far ciò è importante sensibilizzare il pubblico e farlo avvicinare a questo ‘mondo’. In fin dei conti, noi stessi siamo il mercato. Noi siamo la domanda e se la domanda cambia, il mercato si adatterà di conseguenza. Ben venga il ritorno alla qualità e al piacere di acquistare un capo realizzato rispettando alcuni principi e con materiali adeguati. ‘Malìa Lab’ non è solo un successo personale ma è anche il successo di un’idea. Il mio obiettivo a lungo termine è quello di creare una filiera regionale. Mi spiego. La Calabria è una regione abbandonata non solo dallo Stato ma anche dai propri cittadini. I terreni sono incolti e rimangono tali per tutta la stagione. Puntare sul settore primario, incentivando la produzione autoctona dei filati, per avere una fibra regionale a Km0, favorirebbe la creazione di posti di lavoro. Inoltre le scuole e le università potrebbero essere coinvolte in questo progetto: le scuole, per insegnare alle giovani generazioni il rispetto all’ambiente e per far scoprire loro la bellezza del ‘creare con le proprie mani’; con le università si potrebbero progettare fibre innovative, dagli scarti dei processi produttivi o dalle piante del territorio. Oltre a tutto questo, mi piacerebbe bandire un contest, per far emergere annualmente una/o stilista calabrese con l’opportunità quindi di presentare nuovi capi utilizzando i tessuti dell’atelier Malìa. Sai quanto interesse genererebbe! Sarebbe una crescita della comunità a 360°, perché è proprio quello che serve; il turismo non basta in quanto, a causa della carenza di servizi, si concentra solo nei mesi estivi di luglio ed agosto. Non penso di riuscire a cambiare tutto da sola, ma sono tante le piccole realtà regionali impegnate nella sostenibilità che potrebbero dare un contributo. Bisognerebbe avere il coraggio di ‘fare rete’, che è più facile a dirsi che a farsi, ma che beneficerebbe tutti”.

In sintesi, quindi, quali sono i valori del brand? Sostenibilità, etica, rispetto, recupero, innovazione sono i valori cardini del progetto Malia Lab: dare risalto al tessuto naturale, studiando forme eleganti e un design accattivante. Un guardaroba eco-etico che abbracci ogni stagione coniugando stile, passione e salute”.

Flavia, a che tipo di donna pensi quando crei? “Più volte mi sono posta questa domanda quando ancora progettavo il mio atelier…ma chi è il ‘cliente tipo’ di Malìa? Di fatto non c’è un ‘cliente tipo’ perché la mia linea soddisfa diverse esigenze e gusti diversi. Per il momento mi concentro sulla moda femminile, ma in futuro – anche questo rientra tra i miei ‘progetti’ – spero di sviluppare la linea bambino e la linea uomo, perché la moda sostenibile non è solo femminile! I miei capi sono pensati per donne di ogni età, purché ami vestirsi con gusto e dallo stile ricercato, senza essere appariscente o troppo vistosa. Lo stile che si associa alla parola moda biologica è quello delle “poche pretese”. Di fatto la moda biologica è associata ad un ‘sacco di juta’. Io ho cercato di dare uno stile e un taglio diverso. Di fatto, da capo “radical chic”, ristretto ad una nicchia di pochi “eletti” del fashion o dello stile sostenibile, si è rivelato un tipo di abbigliamento versatile, che attrae non solo le persone che sono attente a ciò che indossano, ma anche coloro che apprezzano la qualità del design, della confezione, l’artigianalità del prodotto, dell’abito su misura.

Sapresti descrivermi in tre aggettivi la tua collezione A/I? “Tre aggettivi sono pochi! Ma considerato che le collezioni Malìa hanno come filo conduttore la ‘sostenibilità’, l’ ‘artigianalità’, il ‘comfort’ e l’ ‘eleganza’, ti lancio tre aggettivi, corrispondenti ai tre colori base della collezione: il blu, il verde ed il marrone, che tingono di emozione il bamboo, la lana ed il cotone. I colori sono il bello della vita, arricchiscono gli oggetti, comunicano sensazioni e influiscono sullo stato d’animo. Il blu nella tonalità indaco, raffinato e sensuale, dalle sfumature violacee, è abbinabile anche al nero, per outfit sofisticati e di classe. Il gioco dei filati di lana con sfumature salvia, smeraldo e bianco, si fondono in una trama elegante, che arricchiscono i modelli e alleggeriscono la tonalità del verde, donando al capo uno stile senza tempo. L’arancione ed il marrone si fondono su una base nera per creare un caldo ruggine, una sfumatura che ci trasmette una sensazione di tepore e morbidezza, donando l’idea di un caldo abbraccio che ci riscalda. Su questi tre tessuti abbiamo modellato la maggior parte delle creazioni, partendo dal filato, dalla sua particolare colorazione, cercando di disegnare i modelli che siano in grado di dare la sensazione descritta. Tutto il design, come sempre, è filtrato attraverso i principi basilari del brand: la funzionalità, lo stile ed il comfort. Sono capi disegnati per ogni momento della nostra giornata, lavorativo o tempo libero, cercando di sfruttare al massimo le qualità e le peculiarità del filato, per renderlo quanto più confortevole. Se indossando i capi della collezione avrete le stesse sensazioni che ho descritto, avremo raggiunto il nostro scopo! E’ un guardaroba polivalente, per una donna che ama distinguersi con gusto, consapevole di indossare tessuti di qualità, e quindi preziosi, che solo i filati naturali possono dare”.

Cosa significa per Flavia essere ‘glamour’? “Letteralmente glamour significa ‘eleganza’, ‘sensualità’, ‘fascino’, ma assume poi diverse sfaccettature in base a come pensi ed intendi intimamente queste tre nozioni. La mia fonte di ispirazione è la stilista Coco Chanel, icona di stile ed eleganza. Coco Chanel era ed è il glamour. Una caratteristica che distingue il glamour dall’essere un semplice sinonimo di eleganza è la capacità di resistere allo scorrere del tempo. Creazioni eleganti e senza tempo sono glamour! E Coco Chanel rispecchia questo: uno stile che non muore mai, sempre attuale, sempre piacevole, sempre di classe. Una sua frase di Coco Chanel che cito con piacere è:

“La semplicità è la nota fondamentale di ogni vera eleganza”

Direi che nessuna frase possa riassumere meglio ciò che intendo per glamour. Per me l’eleganza è nella semplicità, ovvero dettagli e linee garbate, pulite, essenziali, che non sfocino nel ‘barocco’ e nel ‘volgare’, ma uno stile raffinato, il gusto di apparire facendosi desiderare”.

Non ci rimane che ringraziarti Flavia Amato per il tempo che ci hai dedicato nel raccontarti e nel raccontare il tuo brand. A Glamour 2.0 non rimane che continuare a seguirti nel tuo percorso di crescita, scoprendo le novità delle tue creazioni, e augurarti il meglio per i tuoi progetti futuri, incoraggiandoti a continuare a ‘creare’ coerentemente ai valori che il brand porta avanti.

 

La collezione SS19 di Giorgia Arcidiacono ispirata al pittore Kandinskij

Oggi vi parliamo per la prima volta della stilista Giorgia Arcidiacono, pugliese, fondatrice del brand che porta il suo nome!

Da 10 anni stilista, con un background formativo importante, Giorgia ha ereditato la passione per questo lavoro dalla nonna. Per Giorgia viaggiare è sinonimo di ‘arricchimento culturale’ e ha scelto Napoli per vivere e sviluppare il suo brand.

E infatti le creazioni di Giorgia Arcidiacono sono rivolti a una donna “viaggiatrice, dinamica, eclettica”, amante del comfort e  della praticità senza rinunciare alla femminilità ed eleganza.

Il brand si contraddistingue subito per una linea di cappelli haute couture e per i tessuti pregiati, creando capi anche su misura eleganti e versatili.

La collezione SS19 s’ispira alla sintonia di colori del pittore del ’900 Kandinskij, nonché alle geometrie delle forme che rappresentano gli elementi chiave della nuova collezione. Un ottimo connubio tra arte e moda!

“Le silhouette diventano ampie, morbide e fluide consentendo libertà nei movimenti e creando eleganti sinergie tra colori e volumi”. La collezione propone lunghi gilet super femminili, seducenti abiti proposti nelle varie lunghezze, gli irrinunciabili jumpsuit, fino ai pantaloni da abbinare alle inconfondibili camicie, ai body e ai crop top.

Alcuni dei tessuti utilizzati sono il velluto in seta, il crepe de chine e satin. Il denim lavato a mano dona una concretezza maggiore e “si tinge di sfumature artistiche come se fossero tele d’autore”.

Le stampe se pur diverse tra loro, creano una sintonia di colori: gli iris sono proposti in quattro macchie di colori e dimensioni, la palette colori riprende le tonalità astratte delle opere di Kandinskij, che vanno dal verde al rosso fino al giallo ocra, spennellando i tessuti come se fossero delle opere artistiche.

Non possono mancare i cappelli in tessuto, mentre gli abiti sono realizzati con la tecnica moulage per esprimere l’alta sartorialità italiana che sta dietro ad ogni creazione firmata Giorgia Arcidiacono.

Sul sito www.giorgiaarcidiacono.com trovi tante informazioni su questo brand. E ricordati che Giorgia Arcidiacono – ci piace sottolinearlo – fa capi su misura … immagina l’emozione di indossare un pezzo esclusivo pensato solo per TE!

Vi salutiamo con una carrellata della collezione SS19 di Giorgia

Lo spirito nuovo della donna Sportmax

Il “Pavillon de l’Esprit Nouveau” di “Le Corbusier”, per l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi nel 1925, ricostruito poi a Bologna nel 1977 e recentemente restaurato, ispira la collezione Sportmax Pre Fall 2019, che dà impulso a una moda giocata tra contrasti forti che modellano le forme, elementi grafici e dettagli come bordi, impunture a contrasto e cuciture.

E’ lo spirito nuovo della donna Sportmax: una donna ‘femminile’ ma sempre ‘grintosa’, con una ‘grazia’ apparentemente ‘austera’, con la sobrietà e l’intimità del blu navy, per poi passare a colori caldi e confortanti che si accendono con un inaspettato colore rosso.

Naturalmente la maglieria rimane nell’heritage del brand, con maglie preziose in cachemire, bluse ampie e dolcevita a collo alto che si armonizzano con felpe in neoprene impreziosite da bordi monocromatici.

Il capospalla diventa quasi un’uniforme, ma si presta al gioco delle trasformazioni e delle personalizzazioni grazie a maniche rimovibili e fasce zippate estraibili che caratterizzano trench e robe-manteau in pelle. Pezzo iconico per il brand, il trench che si affranca dal suo classicismo con una doppia abbottonatura sul petto e con maniche aperte per svelare il motivo ipnotico di stelle che invadono la camicia.

“Un outfit versatile che si può indossare con o senza maniche e completato da un pantalone over che fluttua senza peso su scarpe leggere”.

Per completare il tuo look, puoi abbinare piccole borse bicolor e secchielli neri con manico a contrasto di ispirazione sempre sporty chic.

Quale tra gli outfit Sportmax che ti proponiamo nella nostra photogallery preferisci?

Moda e Danza per la collezione Pre Fall di Max Mara

Max Mara si ispira all’affascinante relazione tra Rudolph Nureyev e Margot Fonteyn raccontata nel documentario ‘All The World His Stage’ di Jacqui e David Morris. La donna di Max Mara condivide la ‘determinazione rigorosa’ di questi ballerini. Dalla Fonteyn il brand si è ispirato con floaty panels di chiffon mentre da Nureyev, la sartoria maschile, trilby, un mocassino e una scarpa stringata, tutto in velluto, e uno stivale in cashmere. E ancora, t-shirt, con maniche arrotolate, annodate alla vita o a lato, con debardeurs a maglia, top, leggings a coste.

In questa collezione di Max Mara traspaiono morbidezza ed eleganza, con tutte le sfumature di alabastro, crema, polvere, rosa, lilla, rame, supportato da nero, bianco e un pizzico di rouge.

Glamour 2.0 vi presenta alcune creazioni che fanno parte di questa bellissima collezione Pre Fall Max Mara 2019

 

 

Masque Milano: brand innovativo nella profumeria che lancia il primo crowdfunding

Masque Milano lancia la prima campagna italiana di crowdfunding nel settore della profumeria, realizzata in collaborazione con la piattaforma 200 Crowd – 200crowd.com – che si propone di raccogliere 300.000 euro per investirli in attività di sviluppo commerciale, potenziamento del piano marketing e ampliamento dell’organico.

Ma come nasce Masque?Passioni condivise, etica professionale e joie de vivre. Amore per il bello, declinato in forme espressive complementari, a partire dalle fragranze artistiche. Anni di formazione, tra Grasse e l’Italia, al fianco di essenzieri, maîtres parfumeurs e giovani nasi” questi sono questi i presupposti che ha fatto nascere “Masque Milano”.

Masque Milano viene fondato nel 2010 grazie a Alessandro Brun, docente di Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, e Ricc­­­­­­­­­­­ardo Tedeschi, consulente di aziende del segmento luxury, i quali percepiscono una vera e propria rinascita del settore proponendo una collezione di fragranze haut de gamme create in collaborazione con alcuni tra i giovani nasi più interessanti in attività, spesso individuandone per primi le potenzialità, in un’ottica di vero talent scouting.

Masque raggiunge il break-even nel 2013 e, grazie agli investimenti in Ricerca e Sviluppo, si iscrive nel registro delle PMI innovative. Il modello industriale è tipico del settore dei Personal Luxury Goods: i direttori artistici – gli stessi fondatori – si occupano dello sviluppo della collezione, la produzione è esternalizzata presso qualificate realtà del nord-Italia e la distribuzione, selettiva, avviene attraverso contratti di esclusiva con i più prestigiosi retailer del mondo.

Nell’estate di quest’anno, attraverso un’iniziativa “Family & Friends”, Masque Milano ha completato un primo aumento di capitale che ha consentito di sviluppare un nuovo flacone personalizzato dal grande impatto visivo, destinato a interpretare in chiave ancora più esplicita lo stile del marchio.

Mancano ancora pochi giorni al termine della campagna di crowdfunding, per cui affrettati ad aderire al progetto di Masque. A questo link trovi le modalità per contribuire a raggiungere il loro obiettivo http://bit.ly/INVESTI_IN_MASQUE

Nella nostra photogallery, alcune fragranze di Masque Milano www.masquemilano.com

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